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Da "Vanity Fair " - 06/10/05 pag 229-230

Dietro La Dolce Vita
I ritratti intimi delle star degli anni Cinquanta erano le specialità
di Giuseppe Palmas, l’anti-paparazzo. Ora in mostra a Milano

Ha realizzato il book fotografico della Loren prima che diventasse famosa. E’ stato l’unico a ritrarre il grande Totò in versione casalinga. Nonché uno dei pochi a ritrarre Soraya, al di fuori delle occasioni ufficiali. Giuseppe Palmas possedeva un dono: riusciva a cogliere i grandi personaggi nel loro volto più intimo e autentico, al di là delle maschere imposte dalla notorietà. Una sorta di deformazione professionale sviluppata, forse, quand’era ragazzo e lavorava come giorbalista di cronaca nera, prima di rivelarsi uno dei più grandi ritrattisti e fotoreporter del dopoguerra. E, in particolare, della Dolce Vita romana.

Da Federico Fellini a Vittorio Gassman, da Claudia Cardinale a Lauren Bacall: non c’era star che transitasse per via Veneto senza posare per quest’artista di Cesena, morto a 59 anni nel 1977. E al quale il marchio d’abbigliamento sportivo Belfe deica una retrospettiva in occasione della settimana milanese del pret-à-porter. Il fotografo impertinente. Bellezza e fama svelate dagli scatti di Giuseppe Palmas è un araccolta di 25 ritratti inediti, quasi privati, di divi degli anni Cinquanta.

A sceglierli, all’interno di una sterminata produzione (circa 80 mila foto, realizzate tra il ’53 e il ’72), è stato Roberto Palmas, figlio del fotoreporter, che lo ricorda così: “Spesso mio padre viene definito un “paparazzo”, ma non lo era. Non “rubava” le foto, né è mai stato coinvolto in scene alla Tazio Secchiaroli, con vip infuriati che si scagliano contro la macchina fotografica. Ogni immagine è stata scattata grazie al rapporto di amicizia e fiducia che aveva con i personaggi ritratti. Non dico che andasse a pranzo con la Loren, ma Walter Chiari e Fred Buscaglione erano degli habituè a casa nostra, Guareschi ha tenuto a battesimo mia sorella e Claudio Villa – di cui abbiamo in archivio quasi 700 foto - era un grande amico di papà. Che da romagnolo doc era affabile e sempre pronto alla battuta, capace di far ridere anche lo scià di Persia.

E forse era proprio questo il segreto di Giuseppe Palmas, l’unico fotografo che sia riuscito a varcare la porta dell’abitazione del principe Antonio de Curtis, in arte Totò, e a ritrarlo in pantofole. “Quegli scatti non sono perfetti, perché presi contro sole. Sono così intimi, però, che hanno emozionato persino la nipote di Totò”, spiega Roberto, che (per motivi anagrafici) ha visuuto solo le briciole della carriera del padre, vivendo dei ricordi della madre e della sorella maggiore. Nonostante ciò, si è dato una “missione”: far conoscere il lavoro di Giuseppe al grande pubblico. “Ho già realizzato un sogno: organizzare una mostra aNew York”. Da via Veneto a Manhattan.

UN ARCHIVIO STRAORDINARIO. CHE SI PUO’ SFOGLIARE SU INTERNET

“Una straordinaria eredità”. Così Roberto Palmas definisce l’archivio fotografico del padre, che cura da 10 anni. Circa 80 mila immagini, di cui 50 mila realizzate con una Rolleiflex (formato 6x6) e le rimanenti con una Leica M” (24x36). Il tutto è diviso in cinque parti: Archivio Milano (1950-1952), Archivio Roma (1953-1962), Archivio Leica (1959-1977), Archivio Studio Leica (1963-1966) e Archivio senza provini (1964-1972). 4500 foto si possono vedere sul sito HYPERLINK "http://www.fotopalmas.com" www.fotopalmas.com.

Paola Saltari

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