Molta
parte dell'archivio fotografico di
Giuseppe Palmas è occupato
da personaggi del mondo cinematografico. E per un fotografo che lavorava
sull'attualità non poteva essere altrimenti.
Per tutto il decennio degli anni '50, d'altronde, è il cinema lo
spettacolo popolare per eccellenza, quello che crea i divi più
amati, i nomi più seguiti e chiacchierati. Già dal 1951,
Palmas blocca col la sua Rolleiflex personaggi e set (come la giovane
Antonella Lualdi durante
la lavorazione de I due sergenti
di Carlo Alberto Chiesa), ma si tratta di un approccio saltuario dovuto
soprattutto al luogo di lavoro. Non sono molti i film girati a Milano
e nei dintorni. La città del cinema è Roma e non è
un caso che Palmas decida di trasferirsi nella capitale agli inizi del
1953. Un anno importante per il cinema italiano, in cui si chiude in maniera
irreversibile la vitale stagione del neorealismo (non mancherà
negli anni successivi qualche opera di impronta neorealista ma si tratterà
di casi episodici) per lasciar spazio alla produzione preponderante di
commedie e melodrammi (quest'ultimi già alle vette del box-office
nostrano grazie alla trilogia materazziana Catene, Tormento e I
figli di nessuno).
La
commedia viene ad affiancare il film comico mattatoriale (si pensi a Totò ,
fotografato da Palmas in diverse occasioni, compresa quella a casa dell'attore
napoletano assieme a un giovane Maurizio
Costanzo) e ottiene proprio nel 1953 la definitiva consacrazione popolare
con Pane, amore e fantasia di Comencini, film di cui Palmas cattura
i primi ciak, con tipico fiuto da fotoreporter. Protagonista di quella
pellicola è la "bersagliera" Gina
Lollobrigida che già l'anno prima, nell'episodio Il
processo di Frine di Altri tempi, diretto da Blasetti,
s'era vista addossare l'appellativo di "maggiorata fisica".
E quella delle "maggiorate" è una delle componenti che
caratterizzano, anche dal punto di vista del costume, il nostro cinema
degli anni '50. Attrici cui non è richiesto un particolare talento
recitativo quanto una fisicità evidente e prosperosa. Un divismo
casereccio fatto anche di "povere ma belle" che spesso gioca
sul contrasto tra la morigeratezza delle vicende cinematografiche e l'alone
mitico che avvolge le esistenze di amori più o meno clamorosi e
comportamenti sovente al limite dello
scandalo. Il firmamento delle star si amplia. Non tutte sono di prima
grandezza e la loro stagione ha una breve durata. Quasi tutte sono immortalate
dal flash di Palmas sia in momenti privati (l'elenco è piuttosto
lungo e va dalla Loren alla
Ralli, comprendendo anche
la Pampanini, la Milo,
la Sanson, la Schiaffino, la
Allasio e la Masina)
che in occasioni pubbliche come le serate di consegna dei "Nastri
d'argento" (la Lollobrigida
e la Magnani) o il Gran galà
del cinema (Eleonora Rossi
Drago) o il Festival del Cinema
di Venezia (Miriam Bru).
Se
il lavoro sul set resta per Palmas occasionale e legato strettamente alla
ritrattistica degli attori e delle attrici protagonisti - non mancano
comunque reportage dai luoghi di lavorazione, ad esempio, di Elena
di Troia con la giovane Rossana
Podestà immortalata sullo sfondo del cavallo di legno fatto
costruire da Ulisse o di Accadde
al commissariato con il duo Lucia
Bosè e Walter Chiari
- ampia parte della sua attivita di fotografo è occupata dalla
realizzazione di servizi per starlet e aspiranti attrici. La necessità
di presentarsi con le "fotografie", quale credenziale per aspirare
a ruoli secondari o semplicemente a qualche comparsata, spinse molte ragazze
a servirsi della macchina fotografica di Palmas. I nomi sono tanti, da
Nadia Bianchi a Edda Lancetti, da Marcella Mariani a Wilma Viani, solo
per ricordarne qualcuno. E solo i loro volti e i loro corpi meriterebbero
una mostra a parte. Alcune di esse sono approdate, come personaggi di
secondo piano, in cast non sempre importanti, altre non hanno mai conquistato
nèi titoli di testa nè quelli di coda.
Un
altro ampio capitolo coperto dagli scatti di Palmas è quello
della cosiddetta Hollywood sul Tevere. A partire dai primi anni cinquanta
le maggiori case di produzione americane scoprirono che era conveniente
servirsi degli stabilimenti di Cinecittà e delle maestranze
italiane. Se si escludono i precedenti de Il principe delle volpi (1948)
di Henry King con Tyron Power e Quo vadis (1950) di Mervyn
LeRoy, il vero e proprio film manifesto di quella stagione di divi
e divine d'Oltreoceano può essere considerato Vacanze romane (1952)
di William Wyler, con la principessa in incognito Audrey
Hepburn e il giornalista innamorato Gregory Peck. Due anni dopo
arrivano a Roma la bellissima
Ava Gardner e il duro Humphrey
Bogart per girare La contessa scalza: entrambi finiscono
varie volte centrati dall'obiettivo di Palmas. Obiettivo che cattura
anche altre star, stanziali o di passaggio, come William
Holden, Gloria Swanson, Ingrid
Bergman (ormai signora Rossellini), Audrey
Hepburn (tornata per Guerra e pace), Anthony
Quinn e Laurence Olivier.
Di quel clima e di quella stagione spensierata Palmas è testimone
attento, come dimostra, tra le altre, la foto di Ava
Gardner attorniata da giornalista e fotografi in atteggiamento
adorante.
Sul
finire del decennio altre inquietudini e altri personaggi si affacciano
sulla scena cinematografica. Il cinema d'autore, con in testa Fellini
(altro soggetto caro a Palmas) acquista in importanza e considerazione,
e la commedia diventa più cattiva e graffiante nel contesto del
boom economico. Giuseppe Palmas, prima di far ritorno nella natia Cesena,
fa tempo a consegnarci i ritratti delle giovanissime Brigitte
Bardot, Claudia Cardinale
e Catherine Spaak, attrici
capaci di far perdere la testa a maturi borghesi (e non solo a loro) e
destinate a segnare, con la loro presenza, diversi e significativi film
degli anni successivi.
Antonio
Maraldi
Buxom
Babes in
the Shadow of Hollywood on the Tiber
by
Antonio Maraldi
(San Biagio Cinema Center,
Cesena)
Much
of Giuseppe Palmas' photographic
archive is occupied by personalities from the world of film. And for
a photographer who worked for the tabloids, it could not be otherwise.
Throughout the decade of the 1950s, on the other hand, the cinema is by
far the most popular form of entertainment, the one which creates the
most idolized diva's, the names most closely followed and talked about.
As early as 1951 Palmas' Rolleiflex captures such personalities and scenes
such as the young Antonella
Lualdi during the shooting of I
due sergenti by Carlo Alberto Chiesa. At this point, however,
his approach is random and casual, picturing mainly the filming site in
Milan. Unfortunately there were
very few films shot in and around Milan. Rome is the city of cinema and
it is not by chance that Palmas decides to move to the capitol in early
1953. It is an important year for Italian cinema, in which the era of
Neo-realism comes to an irreversible end (a few Neo-realistic
films follow in successive years, but these are mostly episodic) leaving
room mainly for the production of comedies and melodrama's (the latter
which was already experiencing a box office boom thanks to the trilogy
Catene, Tormento, and I figli di nessuno).
Next
came the comedy,
which began to gain in popularity over comic films starring a single
actor (for example Totò,
photographed by Palmas on many occasions including the shot of the
Neapolitan actor at his home with young Maurizio
Costanzo). In 1953 the comedy achieves its definitive popular
consecration with Pane,
amore e fantasia by Comencini, a film in which Palmas captures
the first call for "Action!" with the typical nose of
a photo journalist. The star of the film is the "bersagliera" Gina
Lollobrigida, who in the series Il proce sso
di Frine from Altri tempi directed by Blasetti, had already been
called a bombshell ("maggiorata
fisica"). And the bombshell is one of the elements which
begin to characterize Italian cinema of the 1950s. It was more
important for actresses to have a voluptuous physique than acting
talent. This home made star cult also consisted of the "poor
but beautiful" type which
played on the contrast between sober plots and the mythic halo
surrounding rather clamorous love
affairs and behaviour which was often on
the edge of being scandalous. The array of stars grows. Not
all of them are really great and their popularity is brief.
Nearly all of them have been captured by Palmas' flash, both
in private settings (the list is rather long and goes from Loren
to Ralli, including Pampanini,
Milo, Sanson,
Schiaffino, Allasio
and Masina) as well as
public occasions such as the "Nastri
d'Argento " awards (Lollobrigida
and Magnani) or the "Gran
galà del cinema" (Eleonora
Rossi Drago) or the Venice
Film Festival (Miriam Bru).
Although
Palmas' only works occasionally on the set and portrays strictly
leading actors
and actresses - there are a few reportages from sets, such as Elena
di Troia with the young Rossana
Podestà pictured with Ulysses' wooden horse in the background,
or Accadde al commissariato
with Lucia Bosé and
Walter Chiari - he took many
portraits of starlets and aspiring actresses. Many girls aspiring to secondary
roles were compelled to ask for Palmas' services for their portfolios.
The names are many, from Nadia Bianchi to Edda Lancetti, from Marcella
Marian to Wilma Viani, to name only a few. Some of them actually launched
careers in secondary roles, while others never appeared in the titles
nor the credits.
Another
significant chapter covered by Palmas' camera is "Hollywood on the
Tiber". Starting in the early 50's most American producers discovered
the advantages of using the Cinecittł studios as well as the Italian workforce.
While two American films, Il principe delle volpe (1948) by Henry King
with Tyron Power and Quo vadis (1950) by Mervyn LeRoy, had already been
produced in Italy, the real hallmark of that era of American films produced
in Italy is Vacanze romane (1952) by William Wyler,
with the princess incognito Audrey
Hepburn and the smitten journalist Gregory Peck. T wo
years later the beautiful Ava Gardner
and tough guy Humphrey Bogart
arrived in
Rome to film La contessa scalza: both came in front of Palmas' lens at
various times.
Other stars photographed by Palmas included William
Holden, Gloria Swanson, Ingrid
Bergman (soon-to-be Mrs. Rossellini), Audrey
Hepburn (back in Italy for the filming of
"War and Peace"), Anthony
Quinn and Laurence Olivier.
Palmas was an attentive witness to
that carefree era, as shown among others by the photo of Ava
Gardner surrounded by journalists and photographers in a state of
total adoration.
By
the end of the decade a different genre and new
personalities had appeared on the scene. The era of auteur cinema led
by Fellini (another
favorite subject of Palmas) gained in importance, while comedy,
in the context of the economic boom, became rougher and meaner.
Giuseppe Palmas, before returning to his native Cesena, had the chance
to portray the very young Brigitte
Bardot, Claudia Cardinale
and Catherine Spaak. These
actresses were capable of
driving mature middle-class men crazy and were destined to mark diverse
and significant films of the coming years.
Antonio
Maraldi
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